Descrizione
Nei giorni 22 e 24 gennaio 2025 si sono svolti, tra i Campi flegrei ed il Vesuvio, gli Incontri internazionali a piede franco, una manifestazione itinerante che da anni si svolge in diversi Paesi del mondo, promossa dall’Associazione Le Francs de pied che ha sede a Montecarlo. Questa prestigiosa Associazione, che statutariamente si occupa di vitigni antichi, nel 2025 ha scelto l’Italia per il l’annuale tour alla scoperta di viti e di vini anche grazie al gemellaggio con il Comitato Italiano per la Tutela del Piede Franco (Associazione nata nell’aprile 2024 con l’obiettivo di tutelare le viti franche di piede e cioè le viti senza portainnesto, perché scampate all’invasione della fillossera che dalla fine dell’Ottocento ha distrutto il novanta percento del vitigno europeo, e per questo loro valore storico e culturale ritenute meritevoli di cura e di tutela). I tre giorni sono stati organizzati dalla vicepresidente Adele Munaretto e dal delegato Campania Cosimo Orlacchi, coadiuvati dal presidente Silvano Ceolin.
Giovedì 23 si è svolto l’evento centrale di confronto e di scambio culturale/scientifico multidisciplinare. Dalle 10:00 i produttori e gli esperti si sono riuniti presso il Parco Borbonico del Fusaro, facendo precedere il workshop da una breve visita narrata affidata alla guida esperta di Luciano Carannante, presidente dell’associazione Fleg Work Out non nuova nella promozione della bellezza del patrimonio Flegreo. Grazie alla concessione del patrocinio morale del Comune di Bacoli dalle 10:30 la Sala Ostrichina ha ospitato il Workshop, dal titolo Verso il Riconoscimento del Piede Franco: esperienze a confronto. Il dibattito ha visto la presenza di molteplici relatori portatori ciascuno della propria esperienza, della propria competenza e della propria storia rispetto ai vitigni preziosi a piede franco.
L’apertura dei lavori è stata presenziata dalle istituzioni nella figura del vice Sindaco di Bacoli Mauro Cucco che ha salutato i presenti portando anche il saluto del sindaco Josi della Ragione introducendo il territorio di Bacoli e dei Campi Flegrei come esempio di commistioni di antiche civiltà che hanno lasciato il segno nella modulazione del paesaggio grazie alla viticoltura, alla coltivazione di mitili, alla presenza delle terme naturali ed una posizione strategica che ha favorito il passaggio e la permanenza di illustri ospiti di cui vi sono tracce visibili nella storia dei Campi Flegrei.
Moderati da Adele Munaretto, divulgatrice gastronomica, sommelier e anche ufficio stampa del Comitato nello specifico i relatori sono stati:
Il Presidente del Comitato italiano per la tutela del Piede Franco Silvano Ceolin cha aperto il discorso ringraziando tutti i partecipanti di cui si riporta il testo.
“BUONGIORNO E BENVENUTI A TUTTI, ALLE AURORITA’ PRESENTI, ALLA ASSOCIAZIONE LES FRANCS DE PIED, AL SUO PRESTIGIOSISSIMO PRESIDENTE
Monsieur Loic Pasquet a Josè Vouillamoz e ad Anna Valli rappresentanti della Svizzera, ai rappresentanti di Grecia Sig. Spyros Zoumbolis e di Turchia Sig. Asli Baslam, ai referenti Regionali Sig. Cosimo Arlacchi per la Campania, Sig. Murru Mariano per la Sardegna e Sig.ra Silvia Arrighi per la Lombardia.
Saluto i membri delegati di ogni regione d’Italia, i giornalisti presenti, i produttori, i numerosi amici e la mia mamma.
Un immenso ed affettuoso abbraccio e ringraziamento alla Vicepresidente Adele Munaretto che è l’artefice dell’organizzazione di questo evento internazionale e un grazie anche ad Enrica Radaelli per la sua collaborazione.
Adele Munaretto ha svolto un lavoro complesso, impeccabile ed encomiabile.
Credo sia arrivato il momento di far sapere all’Italia che esistiamo, che siamo qui per dare voce e visibilità alle viti a piede franco che da 200 anni voce non avevano.
La nostra Associazione è nata da soli dieci mesi; è composta da produttori, enologi, sommelier, professionisti e appassionati del vino.
Il Nostro intento è quello di raccogliere, censire e proteggere ogni vitigno o singola vite a piede franco.
Siamo gli ultimi difensori degli ultimi esemplari della Vitis vinifera Europea, vite che ha nel suo DNA 8000 anni di storia.
Le nostre radici storico culturali religiose sono le stesse che hanno le viti a piede a franco, ben radicate nel terreno.
In Italia ci sono 600.000 ettari di viti e neanche l’1% è a piede franco.
Siamo il primo paese al mondo per viti autoctone 1.200 circa.
L’Impero Romano ha diffuso la coltivazione della vite in tutta Europa e PLINIO IL VECCHIO (comasco come me) (di cui festeggiamo i 2.000 anni di nascita) con la sua naturalis Historia ci ha dipinto un quadro perfetto di come era la viticultura.
Plinio il Vecchio ha sacrificato la sua vita a pochi chilometri da qua, partendo con una nave dal porto militare di Miseno (Campi Flegrei) per portare soccorso agli abitanti di Pompei a seguito dell'eruzione del Vesuvio nel 79 d.C.
Diventiamo tutti ecologisti quando parliamo di biodiversità, per poi estirpare senza pietà vigneti interi con piante centenarie per realizzare pochi euro di profitto in più.
Dimostriamo un’estrema sensibilità mediatica verso le specie animali in via di estinzione ma ci dimentichiamo totalmente di avere la stessa sensibilità verso le specie vegetali in via d’estinzione.
Il nostro compito è quello di intervenire su questa sensibilità mancante.
Vorrei abbracciare ogni produttore di piede franco che, contro ogni logica commerciale, talvolta in perdita e solo per preservare la storia della propria famiglia, la memoria del proprio padre o del nonno, hanno salvato, protetto e riportato alla produttività gli ultimi esemplari di Vitis vinifera.
Carissimi amici, dobbiamo imitare questi produttori e farci come loro portatori pazienti di questo sentimento d’amore che ci lega a queste viti centenarie che non chiedono niente e che pazientemente contro tutto e tutti, continuano a farci assaggiare i frutti dei loro vecchi tralci.
Per citare il nostro associato Renè Benzo “Ogni volta che solleviamo un bicchiere del miglior vino prodotto da queste viti straordinarie, ricordiamo il valore della resilienza e della adattabilità che esse ci insegnano. Sono un esempio tangibile di come la natura, se rispettata e presentata, possa offrire le risposte più sorprendenti alle sfide che oggi il mondo ci presenta. E quindi brindiamo a queste meravigliose piante madri, custodia del passato e speranza per il futuro. Che possano continuare a prosperare nelle loro terre selvagge, ispirandoci con la loro forza e la loro bellezza senza tempo.””
È nostro obbligo, a fronte di ciò, collaborare con ogni Ente, Associazione, Ricercatore, giornalista, enologo o chiunque abbia competenze del piede franco, per preservare il nostro patrimonio nazionale.
Lunga vita al Comitato Italiano a Piede Franco e lunga vita alle viti a piede franco!!!”
Il secondo intervento è stato affidato all’Ingegnere Cosimo Orlacchio, responsabile della Campania per il Comitato, sommelier e degustatore, giudice in varie guide vini. Il delegato ha introdotto la viticoltura della Campania ed i motivi per i quali la fillossera non si è estesa in questo territorio, preservando le viti che dal Vesuvio ai Campi Flegrei passando per la costiera e per l’entroterra irpino ancora conservano un patrimonio vitivinicolo centenario.
Terzo intervento, quello di Loic Pasquet, proprietario di Liber Pater a Bordeaux e presidente dell'Associazione Francs de Pied. Pasquet ha raccontato di aver creato liber pater nel 2004 su un vigneto storico di Bordeaux che apparteneva al filosofo Montagne. Nel 2011 è stato eletto Giovane Enologo dell'Anno dalla Revue du Vin de France. Dopo una battaglia legale contro le autorità francesi per l'introduzione di viti a piede franco e di vecchi vitigni, Liber pater è stato rapidamente riconosciuto come un prodotto eccezionale. Nel 2021, con alcuni viticoltori animati dai medesimi obiettivi e dalla medesima visione, Loic Pasquet ha creato l'Association des Francs de Pied per valorizzare le viti a piede franco e richiedere, tra l’altro, anche il riconoscimento della Vite a Piede Franco come Patrimonio dell'Umanità presso l’UNESCO. Il suo intervento è stato accompagnato da quello di Celià Calcagno, residente a Monaco e direttrice dell'Associazione Francs de Pied che ha spiegato come l’associazione si stia spendendo per il riconoscimento Unesco per le vigne a piede franco e di come il momento degli Incontri Internazionali a Piede Franco rappresentino il momento saliente dell’attività associativa in combinazione alla cena di gala che ogni anno si svolge a Monaco alla presenza del Principe Alberto II per la raccolta fondi destinati agli obiettivi dell’associazione.
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